Come ci aiutano Empedocle e Freud a pensare l’opposizione fra amore e odio?
Vi forniamo una traccia della lezione Amore e odio: Empedocle e Freud che Federica Montevecchi terrà lunedì 4 marzo durante il secondo incontro di “Pensare la vita”:
Da Analisi terminabile e interminabile di Sigmud Freud:
«Empedocle di Acraga […] si presenta come una figura tra le più eminenti e singolari della storia della civiltà greca. La sua poliedrica personalità operò nelle direzioni più diverse: fu ricercatore e pensatore, profeta e mago, politico, filantropo e medico naturalista. […] Il suo spirito sembra aver riunito in sé i più stridenti contrasti: esatto e sobrio nelle ricerche fisiche e fisiologiche, non si ritrasse tuttavia dinanzi alle oscurità della mistica ed elaborò speculazioni cosmiche di sorprendente audacia immaginativa». (S.Freud, Analisi terminabile e interminabile, in Opere, Bollati Boringhieri, Torino, 1976 e ss., vol. 11, p.528.)
«Il nostro interesse si accentra […] su quella dottrina di Empedocle che si avvicina talmente alla teoria psicoanalista delle pulsioni, da indurci nella tentazione di affermare che le due dottrine sarebbero identiche se non fosse per un’unica differenza: quella del filosofo greco è una fantasia cosmica, mentre la nostra aspira più modestamente a una validità biologica. Comunque, giacché per Empedocle tutto l’universo è animato al modo stesso del singolo essere vivente, a questa differenza viene tolta gran parte della sua importanza. Il filosofo, dunque, insegna che due sono i princìpi che governano ciò che accade nella vita dell’universo e nella vita della psiche, e che essi sono in perpetua lotta tra loro. Egli li chiama philia (amore) e neikos (discordia). Uno di questi poteri […] tende ad agglomerare in unità le particelle originarie dei quattro elementi, mentre l’altro, al contrario, mira a far recedere queste mescolanze e a separare le une dalle altre le particelle originarie degli elementi. Il processo universale è concepito da Empedocle come un continuo incessante alternarsi di periodi nei quali l’una o l’altra delle due forze fondamentali prende il sopravvento, così che una volta l’amore, e la volta successiva la discordia raggiungono in pieno il loro scopo e dominano il mondo; dopo di che subentra l’altro principio che era stato soprafatto e che ora, a sua volta, debella il proprio antagonista». (S.Freud, Analisi terminabile e interminabile, in Opere, Bollati Boringhieri, Torino, vol. 11, p.225)
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